L’esperienza soggettiva del rifiuto interpersonale: tra vulnerabilità narcisistica e personalità borderline
Questo contributo si pone in continuità con alcuni articoli che altri colleghi hanno scritto sul tema della patologia narcisistica, tema che attualmente sta assumendo un posto di rilievo nei dibattiti clinico-scientifici a livello internazionale. Mi riferisco, in particolare, agli interessanti contributi qui presentati prof. Fabio Madeddu e dalla prof.ssa Chiara De Panfilis.
Negli ultimi due decenni, abbiamo assistito a un processo di evoluzione importante e significativo nella definizione, descrizione e comprensione della patologia narcisistica. Sicuramente, uno dei traguardi più importanti che ha segnato questa evoluzione è stato il riconoscimento, oramai condiviso nei diversi campi di studio che si occupano a vari livelli dell’argomento, dell’esistenza (e, in un certo senso, della coesistenza) di temi narcisistici grandiosi e vulnerabili. Come suggerito da diversi autori (Pincus et al., 2014; Ronningstam, 2005), potremmo dire – in un tentativo di estrema sintesi - che i temi grandiosi richiamano aspetti legati ad arroganza, atteggiamento sprezzante, esibizionismo, mancanza di empatia e disinteresse verso gli altri; mentre i temi di vulnerabilità narcisistica si riflettono in una forte affettività negativa, difficoltà di regolazione delle emozioni, ipervigilanza e ipersensibilità interpersonale. Sono proprio questi aspetti tipici di stati narcisistici vulnerabili che pongono questioni che riguardano la loro potenziale sovrapposizione con temi propri della personalità borderline, come evidenziato da diversi studi recenti (Di Pierro et al., 2017; Miller et al., 2010; Sasso et al., 2020).
Sebbene, sia dal punto di vista sia clinico che empirico, sia piuttosto facile identificare e distinguere temi legati primariamente a funzionamenti narcisistici grandiosi, soprattutto quando questi si pongono a un livello più alto dell’organizzazione borderline di personalità (Caligor e Stern, 2020), nel caso di manifestazioni relative, per esempio, a un’ipersensibilità interpersonale può essere non semplice comprenderne la natura e tracciare un confine tra ciò che può essere ricollegato a una sottostante vulnerabilità narcisistica e ciò che può essere primariamente ricondotto a forme espressive della personalità borderline.
In questo senso, in un articolo scientifico (Di Pierro et al., in press) in via di pubblicazione sul Journal of Personality Disorders, con alcuni colleghi abbiamo cercato di indagare il tema dell’ipersensibilità interpersonale e dei suoi possibili legami con tratti di narcisismo patologico, da un lato, e tratti borderline, dall’altro. Lo scopo era quello di cercare di comprendere quali fossero gli aspetti di sovrapposizione e quali quelli di distintività tra narcisismo patologico e personalità borderline nelle esperienze soggettive di rifiuto interpersonale. Nello specifico, abbiamo considerato le esperienze soggettive di rifiuto interpersonale assumendo due punti di vista complementari. In primo luogo, abbiamo indagato aspetti legati alla cosiddetta rejection sensitivity (Downey e Feldman, 1996), ovvero la disposizione individuale ad essere più o meno sensibili al rifiuto interpersonale – inclinazione che coinvolge dimensioni cognitive che riguardano l’aspettativa di essere rifiutati, ma anche affettive, ovvero legate alla sperimentazione di specifici vissuti emotivi anticipatori (London, 2007). In secondo luogo, abbiamo approfondito i vissuti emotivi sperimentati nella vita quotidiana a fronte di esperienze interpersonali in cui ci si sente rifiutati dagli altri. Ciò che è emerso dal nostro studio è che sia la personalità borderline sia la vulnerabilità narcisistica sono legate ad una particolare sensibilità al rifiuto. Ancora più interessanti, però, sembrano essere gli aspetti distintivi di tale sensibilità. Nel caso della vulnerabilità narcisistica, si osserva un’importante sensibilità al rifiuto interpersonale che si esplica, però, soprattutto nella sperimentazione di intensi vissuti emotivi anticipatori di ansia e rabbia quando si vivono situazioni in cui essere rifiutati dagli altri potrebbe essere una eventualità. In altre parole, nella vulnerabilità narcisistica si potrebbe dire che vi è una situazione di forte attivazione affettiva quando nella mente della persona vi è uno stato di incertezza rispetto al fatto di poter essere o meno oggetto di rifiuto da parte dell’altro. Nel caso della personalità borderline, invece, questa sensibilità al rifiuto sembrerebbe esprimersi soprattutto in situazioni in cui la persona percepisce effettivamente di essere stata rifiutata dagli altri. Ciò che è emerso nel nostro studio, infatti, è che la personalità borderline porta le persone a percepire più frequentemente di essere vittime di rifiuto interpersonale nella vita quotidiana. Inoltre, la personalità borderline sembra veicolare una risposta emotiva contingente molto intensa che riguarderebbe tipicamente la sperimentazione di forti impulsi aggressivi autodiretti. Al contrario della personalità borderline, invece, la vulnerabilità narcisistica non sembrerebbe influenzare in modo specifico né la frequenza con cui si percepisce di essere stati oggetto di rifiuto interpersonale né risposte emotive abnormi conseguenti a simili situazioni. Infine, un ultimo risultato degno di attenzione riguarda il ruolo della grandiosità narcisistica che è risultata essere primariamente coinvolta nell’attenuazione di vissuti ansiosi anticipatori rispetto a situazioni di potenziale rifiuto interpersonale, in linea con l’idea che gli stati grandiosi possano avere una funzione protettiva rispetto a vissuti che potrebbero scalfire l’immagine gonfiata ma fragile tipica dei narcisisti (Caligor e Stern, 2020).
Sebbene lo studio qui descritto non possa essere considerato come risolutivo rispetto all’importante questione teorico-clinica del confine tra manifestazioni di vulnerabilità narcisistica e di personalità borderline, allo stesso tempo ritengo che possa fornire suggerimenti utili che possono aiutare i clinici a orientarsi meglio nella valutazione e comprensione di alcuni aspetti che possono emergere nel lavoro con i pazienti borderline, da un lato, e con quelli narcisisti, dall’altro.
Dott.ssa Rossella Di Pierro